
Terremoto Umbertide, individuati gli alloggi per gli sfollati
Abitazioni sfitte, invendute; hotel e agriturismi! Sarebbero stati individuati gli alloggi dove potranno essere ospitati i cinquecento sfollati del terremoto. Regione e Comune di Umbertide hanno effettuato una ricognizione a grandi linee. Niente casette, roulotte o container: solo per le procedure di esproprio dei terreni dove impiantarle servirebbero settimane. Ma serve fare presto.
La giunta regionale dell’Umbria, nella seduta straordinaria di oggi, ha deliberato di dare mandato al servizio Protezione civile ed emergenze, con il supporto del servizio Rischio sismico della Regione, di redigere insieme a tecnici ministeriali l’apposita relazione da inviare al dipartimento nazionale di Protezione civile per la dichiarazione dello stato di emergenza, richiesta che sarà valutata dal governo nazionale con l’obiettivo di ottenere il Cas (Contributo di autonoma sistemazione) per le famiglie e le attività economiche.
Dalla Regione hanno ribadito che «la cosa fondamentale sia affrontare questo terremoto in maniera un po’ difforme, grazie anche all’esperienza del passato. Come Regione stiamo facendo i salti mortali, con varie delibere, per cercare di chiudere il terremoto del ‘97 su cui ancora stiamo lavorando e non è possibile dopo 25 anni ritrovarsi una coda lunghissima di pratiche amministrative. Abbiamo sveltito, semplificato e siamo venuti incontro ai Comuni, anche dando un contributo diretto in termini di personale e di tecnici, per chiudere. Ma proprio dall’esperienza precedente dobbiamo partire per velocizzare il tutto».
Gli edifici a Pierantonio sono quasi tutti inagibili. Nelle pareti delle abitazioni le ferite inferte dalla scossa di terremoto sono molto evidenti dall’esterno. E’ vero che non ci sono stati morti o feriti, è vero che le case non sono crollate, ma ci sono più di 500 persone che hanno dovuto lasciare la loro abitazione. La gente è disperata, piange! Ha perso tutto, gli sforzi e i sacrifici di una vita. Non c’è il supermercato, la parrucchiera, il negozio di frutta e verdura, i bar. E’ tutto chiuso. «Di tredici attività commerciali, solo la gioielleria si è salvata», puntualizza la vice sindaco Annalisa Mierla. Il tabaccaio ed un bar ieri hanno rialzato le serrande, ma la situazione resta drammatica. Basta pensare ai mutui e agli affitti che devono essere onorati per mese.
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