Omaggio a San Francesco con Burri: 5336 visitatori in Duomo
La celebrazione dell’ottocentenario dell’Impressione delle Stimmate di San Francesco ha attirato un notevole flusso di visitatori nella Basilica Cattedrale di Città di Castello. Dal 7 al 10 novembre, l’evento, realizzato in collaborazione tra la Diocesi locale e la Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri, ha visto 5336 persone giungere in Duomo per ammirare il famoso “Sacco” di Alberto Burri, creato nel 1969 per il dramma “L’avventura di un povero cristiano” di Ignazio Silone. L’opera di Burri, esposta in uno spazio sacro, ha attirato non solo residenti ma anche numerosi giovani.
La Fondazione Palazzo Albizzini ha organizzato una serie di eventi artistici, musicali e spirituali che hanno unito passato e contemporaneità, riscuotendo un apprezzamento diffuso sui social network, dove le immagini del Sacco sono state condivise da migliaia di visitatori.
Durante questi quattro giorni, la Basilica ha ospitato diversi momenti salienti:
Convegno “Francesco e Burri. Una povertà regale”: Sabato 9 novembre, il convegno ha visto interventi di figure come monsignor Luciano Paolucci Bedini, vescovo di Città di Castello, monsignor Nazzareno Marconi, presidente della Conferenza Episcopale Marchigiana, e Bruno Corà, presidente della Fondazione Burri. Contributi anche da parte del critico musicale Stefano Ragni e di fra Giuseppe Magrino, autore dell’Oratorio “La Stimmate”. I relatori hanno esplorato le connessioni tra la spiritualità francescana e l’arte di Burri.
Concerto in onore dei Santi Patroni: Domenica 10 novembre, il clou della celebrazione è stato l’oratorio “Le Stimmate”, composto da fra Giuseppe Magrino nel 1997 e eseguito dalla Schola Cantorum Anton Maria Abbatini e dall’Orchestra Instabile di Arezzo (Oida), dirette dal maestro Alessandro Bianconi. Solisti Matteo Laconi, Diego Savini e Myung Jae Kho hanno incantato il pubblico in una Basilica affollata. L’opera è stata eseguita in un’atmosfera di profonda spiritualità, accentuata dalla presenza del Sacco di Burri, che sovrastava l’abside, illuminato al termine del concerto.
L’iniziativa ha realizzato il desiderio di creare un legame tra arte contemporanea e spiritualità francescana, con il Sacco di Burri che si è trasformato in un simbolo visibile e potente di tale connubio. La sinergia tra la Diocesi e la Fondazione Burri ha arricchito la città, promuovendo un incontro tra fede e cultura che ha raccolto numerosi consensi e lodi dai partecipanti.
Nella giornata di lunedì 11 novembre, il Sacco di Burri è stato rimosso dalla Basilica, restituendo il Duomo al suo consueto aspetto, ma lasciando nella memoria collettiva dei tifernati l’emozione di un’esperienza culturale unica. I cittadini, insieme a migliaia di turisti, hanno potuto rivivere le tradizioni della città e condividere sui social l’orgoglio per questo evento. Il messaggio trasmesso è stato di apertura e collaborazione tra cultura artistica e spirituale, unendo la città sotto un unico grande evento che ha omaggiato San Francesco e l’arte di Burri in modo innovativo.
Questa celebrazione ha dimostrato come la tradizione francescana possa essere riscoperta anche attraverso un’interpretazione artistica moderna, avvicinando le nuove generazioni e creando un movimento di coinvolgimento sui social media.
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