Il gioco d’azzardo sul banco degli imputati a Città di Castello

Il gioco d'azzardo sul banco degli imputati a Città di Castello

Il gioco d’azzardo sul banco degli imputati a Città di Castello
Un dibattito pubblico in stile ‘processo all’americana’ per riflettere sul fenomeno del gioco d’azzardo patologico.

A Città di Castello, il gioco d’azzardo sarà messo sotto processo. Sabato 13 aprile, nella sala consiliare, si terrà un dibattimento pubblico sul fenomeno del gioco d’azzardo patologico (GAP). Non si tratta di una conferenza o di un convegno, ma di un vero e proprio “processo all’americana”, con giuria, testimoni, avvocati della difesa e dell’accusa.

L’iniziativa, promossa dai comuni della Zona Sociale 1 con il sostegno finanziario della Regione Umbria, propone un approccio innovativo al tema del gioco d’azzardo. Al centro della scena ci saranno le testimonianze e le riflessioni dei cittadini, degli amministratori, degli operatori sociosanitari, dell’associazionismo e degli operatori della polizia locale.

Durante il dibattimento, la giuria ascolterà i cittadini – testimoni, coloro che per il loro ruolo sociale e professionale sono in contatto con il mondo delle slot, dei grattini, delle lotterie istantanee, del gioco sul web. Alla fine del dibattimento, la giuria emetterà una sentenza, mentre anche i partecipanti e gli spettatori potranno esprimere il loro giudizio sul fenomeno.

I dati sulla spesa per il gioco d’azzardo nei comuni dell’Alto Tevere sono allarmanti. Secondo l’indagine “La geografia del gioco d’azzardo in Umbria” del 2020, la spesa pro capite è molto elevata, con punte di 1.587 euro a San Giustino e 1.554 euro a Città di Castello. Le “slot machine” (AWP e VLT) sono le più diffuse, seguite dalle lotterie istantanee e il lotto.

Il fenomeno del gioco d’azzardo non riguarda solo gli adulti: un giovane umbro su due (15-19 anni) ha giocato d’azzardo almeno una volta nella vita e circa il 51% lo ha fatto nel corso dell’ultimo anno. Inoltre, l’8% degli umbri tra i 18 e i 84 anni ha giocato d’azzardo online almeno una volta nella vita.

“Dallo scorso anno abbiamo definito come comuni della Zona Sociale 1 un programma ad ampio raggio – ha precisato l’assessore alle Politiche Sociali, Benedetta Calagreti – ben coordinato con Usl Umbria 1, che gestisce il Servizio per il trattamento del Disturbo da Gioco d’Azzardo con sede a Città di Castello, e con il terzo settore, che attraverso l’Unitre tifernate e Arcat Umbria è stato protagonista di appuntamenti destinati agli over 65, in assoluto una delle fasce più fragili e più colpite dal fenomeno del gioco d’azzardo, finalizzati alla sensibilizzazione e alla prevenzione del fenomeno in questa fascia della popolazione”. Il processo del 13 Aprile rientra in questo ambito e servirà ad affrontare ancora la situazione in maniera originale e coinvolgente.

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