Approvato il bilancio 2024 della Bufalini, utile confermato

Approvato il bilancio 2024 della Bufalini, utile confermato

Espansione formativa e dialogo istituzionale per il futuro

Il Consiglio di Amministrazione della Scuola d’Arti e Mestieri “G.O. Bufalini” di Città di Castello ha ufficializzato l’approvazione del bilancio per l’anno 2024, evidenziando il consolidamento economico dell’istituto e l’ampliamento delle sue attività didattiche e progettuali. Alla seduta hanno partecipato il direttore Marco Menichetti, la sindaca revisora Ornella Splendorini e i membri del Consiglio, guidati dal presidente Giovanni Granci.

La gestione dell’anno ha permesso di chiudere il bilancio con un avanzo d’esercizio per il terzo anno consecutivo. Questo risultato positivo si inserisce in un contesto di continua espansione dell’offerta formativa, sia sul piano tradizionale che attraverso nuovi strumenti previsti dalla normativa regionale e nazionale.

Nel corso della presentazione ufficiale del bilancio, tenutasi alla presenza dei sindaci di Città di Castello e San Giustino, Luca Secondi e Stefano Veschi, e dei rappresentanti sindacali Roberto Panico (Inca-Cgil Umbria) e Sandro Belletti (Uil Alto Tevere), il Consiglio ha illustrato le principali iniziative sviluppate nel 2024.

L’istituto ha portato a termine una serie articolata di percorsi di istruzione e formazione professionale, molti dei quali sperimentali, con l’applicazione del sistema duale previsto dalle leggi regionali n. 30/2013 e n. 20/2017. Complessivamente sono stati attivati diciassette corsi, focalizzati su aree tecniche e professionali come meccanica, ristorazione, acconciatura e benessere, coinvolgendo centocinquanta studenti.

L’offerta si è ulteriormente arricchita grazie all’attuazione di corsi in apprendistato professionalizzante, regolamentati dall’articolo 44 del decreto legislativo 81/2015. Questi percorsi, finanziati prioritariamente con fondi assegnati alla Regione Umbria dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, sono stati realizzati in collaborazione con il Consorzio Iter. Le attività hanno incluso undici corsi formativi, con un’adesione complessiva di circa cento allievi, dedicati in particolare alle tematiche della sicurezza, delle competenze digitali e della cittadinanza attiva.

Nel 2024 la Scuola “Bufalini” ha intensificato la cooperazione con i comuni di Città di Castello e San Giustino, allargando il proprio raggio d’azione a ulteriori settori e progetti. Tra questi si segnala il ruolo centrale assunto nell’ambito del Digipass, con attività svolte anche nei comuni di Umbertide, Citerna e Montone. L’azione è stata orientata al rafforzamento delle competenze digitali dei cittadini, promuovendo un utilizzo più autonomo e consapevole delle tecnologie, con l’obiettivo di semplificare l’accesso ai servizi pubblici digitali.

Un ulteriore capitolo della programmazione ha riguardato il Servizio Civile Nazionale e l’accreditamento per il Servizio Civile Universale. Tali attività hanno coinvolto circa centoventi giovani volontari distribuiti non solo nell’Alta Umbria, ma anche in territori limitrofi delle regioni confinanti. La gestione dei progetti ha rafforzato il ruolo della Scuola “Bufalini” come soggetto attivo nel campo della cittadinanza e dell’inclusione giovanile.

Il presidente Granci ha sottolineato la rilevanza strategica di mantenere un dialogo costante con l’amministrazione regionale, in vista della ridefinizione delle fonti di finanziamento per i corsi futuri. A partire dal 2025, infatti, non saranno più disponibili le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, rendendo necessaria una pianificazione condivisa tra enti formativi e istituzioni per garantire continuità e coerenza con i traguardi raggiunti.

Il contributo della “Bufalini” alla formazione professionale è stato riconosciuto anche dai rappresentanti istituzionali e sindacali presenti, che hanno evidenziato la qualità della programmazione, la solidità della gestione e l’attenzione posta alle esigenze del territorio. La scuola è stata definita come un punto di riferimento fondamentale per l’innovazione formativa e l’occupabilità a livello regionale.

La sinergia con le organizzazioni sindacali e le associazioni di categoria ha permesso di strutturare una metodologia di lavoro condivisa, basata sul confronto continuo e sulla programmazione concertata. Questo approccio ha facilitato l’implementazione di interventi formativi aderenti alle reali richieste del tessuto economico e produttivo locale.

La storia dell’istituzione affonda le sue radici nei primi anni del Novecento, quando, nel 1909, fu ufficialmente fondata la Scuola Operaia di Città di Castello. L’iniziativa nacque per rispondere a una crescente domanda di competenze tecniche in un periodo in cui l’economia era ancora fortemente legata all’agricoltura, ma cominciavano a farsi strada le prime esperienze industriali.

La figura di Giulio Pierangeli, protagonista della vita democratica locale, fu decisiva nella fase di avvio, mentre l’effettivo sviluppo dell’istituzione fu reso possibile grazie al lascito del marchese Giovanni Ottavio Bufalini, che nel suo testamento aveva destinato parte del patrimonio a un’opera di beneficenza dedicata agli artigiani di Città di Castello e San Giustino.

A partire dal 1920, la Scuola si trasformò in “Officina”, consolidando la propria missione nel campo della formazione professionale. Ha attraversato momenti storici complessi – dalla Prima guerra mondiale alla crisi economica degli anni Trenta, fino al secondo conflitto mondiale – mantenendo sempre vivo il legame con il territorio e le sue esigenze.

Nel corso degli anni, l’istituto ha rappresentato una concreta opportunità per tanti giovani che, non proseguendo gli studi superiori, trovavano nella scuola la possibilità di acquisire una preparazione spendibile nel mercato del lavoro. La “Bufalini” ha infatti formato generazioni di lavoratori specializzati, tra cui tornitori, saldatori, intagliatori e carpentieri, contribuendo alla crescita del comparto artigianale e industriale locale.

Un episodio rilevante nella storia culturale dell’istituto è il legame con Alberto Burri. Nel 1948 l’artista utilizzò alcuni spazi della scuola per realizzare una delle sue prime opere, donandola successivamente all’istituto in segno di gratitudine. Il disegno, rimasto a lungo nei locali scolastici, è stato poi trasferito alla Fondazione Palazzo Albizzini, entrando a far parte della collezione ufficiale dedicata al maestro tifernate.

Nel tempo, l’istituto ha saputo rinnovarsi, adattandosi ai cambiamenti tecnologici e normativi, senza perdere di vista la propria missione sociale. Oggi, la “G.O. Bufalini” si presenta come una realtà dinamica, proiettata verso nuove sfide formative, con l’obiettivo di rafforzare il legame tra formazione, lavoro e innovazione.

La prosecuzione di questa traiettoria, come emerso nel bilancio 2024, dipenderà anche dalla capacità di mantenere un alto livello di dialogo istituzionale e una visione strategica che integri le esigenze occupazionali, lo sviluppo delle competenze e l’inclusione sociale.

I nostri video

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*