
Nuovo edificio stabile, sostenibile e cuore della comunità
BADIA PETROIA (Città di Castello) – Dopo anni di attesa e speranza condivisa, la scuola primaria torna a Badia Petroia: un nuovo edificio moderno, efficiente, accogliente, che rappresenta non solo un progetto strutturale, ma il compimento di una promessa rivolta a bambini, famiglie e all’intera comunità. Questa mattina, nella frazione, è stato celebrato il taglio del nastro che sancisce formalmente la riapertura dell’istituto, alla presenza del sindaco, componenti della giunta, dirigenti scolastici, genitori, docenti e cittadini partecipanti con emozione, come riporta il comunicato del Comune di Città di Castello, a firma di Marco Baruffi.
L’amministrazione comunale di Città di Castello ha speso 1.575.075 euro per la costruzione dell’edificio, ai quali si aggiungono circa 33.623 euro per la sistemazione delle aree esterne. Un investimento consistente, che riflette l’impegno politico e civico di restituire ai residenti un punto nevralgico di vita sociale ed educativa. In molti ricordavano come la vecchia scuola fosse stata dichiarata inagibile nel febbraio del 2017, in seguito agli effetti del sisma, costringendo al trasferimento dei piccoli studenti presso la scuola di Morra: da allora, ogni passo compiuto in direzione del ritorno della scuola ha rappresentato un tassello di speranza. Stamattina, la commozione è stata palpabile: il sindaco Luca Secondi, insieme a un’allieva emozionata, ha svelato il nuovo plesso davanti a un pubblico attento, accolto da applausi, qualche lacrima e un senso di liberazione collettiva. “Questo è un giorno che segna il riscatto di una comunità”, ha dichiarato Secondi. “La promessa fatta alle famiglie e ai bambini è stata mantenuta. Oggi quel patto si rinnova.” Richiamando il doloroso ricordo della chiusura, ha evidenziato come l’amministrazione, nel tempo, abbia portato avanti con costanza l’obiettivo di restituire una scuola degna, sicura, proiettata verso il futuro.
L’edificio che oggi apre le porte risponde ai più moderni canoni dell’architettura sostenibile e bioclimatica, dell’efficienza energetica e della qualità ambientale. È concepito in edilizia NZEB (“Nearly Zero Energy Building”), con elevato isolamento termico, pannelli solari, pompe di calore e strategie passive per la gestione del microclima interno. Le aule guardano all’esterno con ampie vetrate, i soffitti alternano strutture in legno a elementi fonoassorbenti, e ogni aula ha un’uscita diretta verso il giardino esterno con sistemi oscuranti e frangisole. Tutto realizzato al piano terra, con struttura in legno e massima permeabilità visiva al paesaggio circostante.
Il plesso comprende cinque aule, una sala insegnanti, refettorio con area distribuzione, spazi polivalenti e quattro servizi igienici. La superficie utile è 483 metri quadrati, pensata per accogliere fino a 75 alunni. Il progetto, concepito per essere sicuro, inclusivo e prestazionale, è stato realizzato in meno di tre anni: un lasso di tempo rapido, considerata la complessità dell’opera e la presenza di vincoli tecnici, normativi e ambientali.
Alla cerimonia erano presenti il vice sindaco Giuseppe Stefano Bernicchi, gli assessori Riccardo Carletti, Letizia Guerri, Michela Botteghi e Mauro Mariangeli. Tutti hanno voluto sottolineare che “ogni volta che si inaugura una scuola si investe sul futuro di una comunità”: parole che racchiudono un approccio che non considera le scuole come infrastrutture qualsiasi, bensì come pilastri sociali, luoghi in cui si forgiano relazioni, culture, speranze.
La dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo “Alberto Burri” di Trestina, Stefania Migliorucci, ha definito la giornata “emozionante per famiglie e bambini, ma anche significativa per la comunità”. Mentre l’ambassador di Indire, Massimo Belardinelli, ha inquadrato la scuola di Badia Petroia come un modello nazionale di progettazione educativa contemporanea, un esempio in cui la funzione pedagogica si integra con l’architettura e con la sostenibilità ambientale.
Durante la benedizione del parroco don Adolfo Vichi, tra genitori, alunni e personale tecnico, è emerso un tema profondo: quello del filo intergenerazionale. Si è voluto rendere omaggio alla memoria della “famiglia Bellucci”, storica presenza didattica nella frazione fin dai primi del Novecento, citando come esempio la figura di docenti che con passione hanno educato generazioni. In particolare, si è fatto riferimento a Lucia Zappalorto, nipote e bisnipote delle storiche maestre, oggi docente e coordinatrice in loco, che ha parlato con commozione del valore umano e culturale di quella continuità. L’iniziativa culturale è stata ulteriormente impreziosita da una poesia letta dal consigliere comunale Fabio Bellucci, che ha rimarcato il senso di appartenenza, memoria e affetto radicato, non solo legato al sangue, ma al legame profondo con il tema della scuola come tradizione vivente.
Il progetto è stato portato avanti in un contesto di stretta collaborazione tra Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca e Comune, con il secondo che ha stanziato oltre 600.000 euro per la parte restante dell’investimento. Nel frattempo, il raggruppamento temporaneo d’imprese formato da Falegnameria La Quercia (Avigliano) e De Biase Costruzioni Srl ha curato l’edificio principale, mentre la ditta C.M.M. Costruzioni Srl di Città di Castello ha eseguito le sistemazioni esterne.
L’intervento esterno ha riguardato 1.300 metri quadrati di superfici, con spianamenti, modellazioni del terreno, posa di stabilizzato nelle aree carrabili, realizzazione o adeguamento di condotte per lo smaltimento acque, installazione di un plinto per futura torre faro, palificata in castagno per contenimento terra, regimazione dei fossi idrici, sostituzione di chiusini e recinzione perimetrale in rete metallica. Il tutto per un costo di 33.623,32 euro, interamente finanziato dal Comune.
Il risultato è un ambiente esterno gradevole, funzionale e coerente con lo spirito architettonico dell’edificio, pensato non solo come spazio di transito o contorno, ma come complemento vivo dell’esperienza scolastica: aree verdi, pavimentazioni attente al drenaggio, connessioni fluide tra dentro e fuori, percorsi sicuri per i bambini.
L’inaugurazione odierna non è solo un momento simbolico ma la riapertura di un capitolo, l’attivazione di energie nuove in una comunità che aveva vissuto l’assenza di un simbolo identitario per anni. È un segno tangibile che un’amministrazione può mantenere le promesse, ma soprattutto che la scuola — quando curata con rispetto, visione e progettualità — diventa un regalo generazionale.
Nei prossimi mesi, gli ambienti prenderanno vita con il quotidiano dei bambini, le voci degli insegnanti, i progetti didattici, le relazioni scolastiche. Badia Petroia potrà guardare al proprio domani con rinnovata fiducia: quella di un paese che torna a investire nel capitale umano, nella cultura, nella bellezza degli spazi costruiti attorno ai bisogni dell’infanzia.
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