
Gli agenti del Commissariato hanno denunciato alla competente A.G. un cittadino extracomunitario di origine marocchina, L.Y. di anni 34, residente da oltre un decennio in Alto Tevere, per i reati di atti persecutori, molestie, maltrattamenti familiari, violazione degli obblighi di mantenimento e riduzione in schiavitù. La moglie, anch’ella di origine marocchina, stanca di subire le continue violenze psicofisiche ed umiliazioni, ha trovato il coraggio di denunciare suo marito, evidenziandone i comportamenti eccezionalmente violenti.
L’attività d’indagine ha permesso di ricostruire due anni di reiterate vessazioni e intimidazioni. Oggetto delle minacce e dello sconsiderato comportamento, erano anche i due figli della coppia. Entrambi in tenera età, hanno subito l’irascibilità del padre, che presente in casa in maniera assolutamente sporadica, pretendeva da loro rispetto e considerazione.
L.Y. lavoratore a nero, non contribuiva alle spese familiari, obbligando di fatto la moglie a lavorare come badante. Alle richieste della moglie di sostenere economicamente la famiglia, rispondeva con assurda violenza.
Infatti alcuni familiari hanno confermato che in diverse occasioni il denunciato aveva colpito pesantemente la donna con pugni al volto, schiaffi e calci al ventre. Frequentemente l’extracomunitario utilizzava le suppellettili di casa come oggetti da scagliare contro la moglie per costringerla al silenzio ed all’obbedienza.
Gli agenti hanno appurato anche le pressanti vessazioni psicologiche alle quali doveva sottostare la donna; spesso il marito la intimoriva minacciando di dare fuoco all’appartamento durante la notte, mentre lei ed i suoi bambini dormivano.
Per consolidare lo stato di dipendenza psicologica della donna, il marito le aveva sottratto anche il permesso di soggiorno, obbligandola ad avere contatti esterni solamente con il suo consenso o presenza.
Gli agenti, a temine dell’attività d’indagine, hanno richiesto alla competente A.G., un urgente provvedimento di allontanamento e conseguente divieto di avvicinamento dell’uomo all’interno nucleo familiare.
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