
Restaurata la Pala di Santa Cecilia: Signorelli riconosciuto
CITTÀ DI CASTELLO – Il restauro integrale della Pala di Santa Cecilia, conservata nella Pinacoteca comunale di Città di Castello, ha definitivamente attribuito l’opera a Luca Signorelli, svelandone la maestria nascosta per secoli sotto pesanti ridipinture e segni del tempo. L’intervento, finanziato dall’Università E Campus tramite Art Bonus, è stato condotto da un team multidisciplinare guidato dal restauratore Paolo Pettinari e supervisionato dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria.
Un restauro che riscrive la storia
L’operazione ha rivelato dettagli sorprendenti: il manto blu notte della Vergine, tipico delle Madonne di Signorelli, è riemerso, così come l’azzurro del cielo e lo sguardo intenso di Santa Cecilia. Sono stati ripristinati anche i dettagli originali di San Francesco e del Bambino, liberati da interventi tardivi e dannosi. Fondamentale è stato il ritrovamento, nel lembo della veste di Santa Caterina, della firma “LV-CA” e dell’anno 1516, confermando l’attribuzione al celebre pittore rinascimentale.
Presentazione ufficiale
La nuova attribuzione sarà presentata ufficialmente il 28 dicembre 2024 presso la Pinacoteca cinquecentesca di Città di Castello, con l’intervento di Tom Henry, professore emerito della Kent University e massimo esperto di Luca Signorelli. Henry ha sottolineato come questa scoperta offra una nuova luce sull’ultima fase dell’artista, cruciale anche per comprendere il percorso del giovane Raffaello.
Collaborazione multidisciplinare
Il restauro è stato realizzato grazie alla collaborazione tra diversi enti, tra cui il CNR, l’Università di Perugia e la Soprintendenza. La ricerca scientifica ha avuto un ruolo determinante: le analisi hanno confermato che i materiali e le tecniche utilizzate sono coerenti con lo stile e il periodo di Signorelli.
Un tesoro salvato dalla storia
La pala, risalente al 1516, sfuggì sia alle requisizioni napoleoniche, grazie alle sue imponenti dimensioni (due metri per tre), sia ai saccheggi nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. La predella, invece, fu ritrovata nel 1945 tra i capolavori destinati al “museo immaginario” di Hitler.
Riconoscimenti istituzionali
Luca Secondi, sindaco di Città di Castello, e Michela Botteghi, assessore alla Cultura, hanno espresso orgoglio per il risultato raggiunto:
“Restituire quest’opera al suo splendore originale è un privilegio che onora la nostra città e il suo patrimonio culturale. Grazie all’Università E Campus e a tutti i professionisti coinvolti, possiamo ammirare questo capolavoro come appariva ai nostri concittadini nel Cinquecento.”
Un modello di mecenatismo
Il finanziamento tramite Art Bonus, reso possibile dal mecenate Francesco Pietro Polidori, ha garantito il successo dell’operazione. Polidori ha ricordato il valore culturale e turistico dell’iniziativa, ispirandosi all’esempio di Alberto Burri, che cinquant’anni fa sostenne il restauro degli affreschi di Signorelli a Morra.
Calendario evento
- Luogo: Pinacoteca comunale, Città di Castello
- Data: Sabato 28 dicembre 2024
- Orario: Ore 17:00
- Ospiti: Tom Henry, Paolo Pettinari, Michela Botteghi
Questo restauro segna un capitolo fondamentale nella riscoperta di Luca Signorelli, riaffermando l’importanza del mecenatismo e della collaborazione tra enti pubblici e privati per la valorizzazione del patrimonio artistico italiano.L’intervento, reso possibile da Università Ecampus tramite Art Bonus, su ideazione del ricercatore Giuseppe Sterparelli, è stato condotto da Paolo Pettinari sulla pellicola pittorica, Marco Santi sul supporto ligneo e Francesca Rosi nelle indagini scientifiche, sotto la supervisione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria.
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