
da Paolo Capacci, segretario di Rifondazione comunista di Città di Castello. Questo fine settimana a Città di Castello gli esponenti di Fratelli d’Italia e Forza Italia da una parte e quelli della Lega Nord dall’altra saranno “impegnati” in manifestazioni di protesta contro l’arrivo di alcuni profughi nel rione Prato. Due manifestazioni separate e, proprio per questo, entrambe ispirate dalla ricerca di po’ di visibilità estiva.
Rifondazione comunista di Città di Castello ritiene che, dietro alla retorica leghista e di certa destra sulla “sicurezza” o sul “mercato dell’accoglienza”, si nascondono, e nemmeno troppo bene, assunti secondo i quali il nostro paese per accogliere i profughi trascurerebbe i propri anziani, i giovani ed i meno fortunati. Come no. I profughi non c’entrano niente. L’abbattimento dei diritti dei lavoratori, i tagli alla sanità e ai servizi sociali, l’allungamento dell’età pensionabile (solo per dirne alcune) sono tutte misure volute da chi ci ha governato e da chi ci governa, sono i motivi veri del disastro sociale nel quale ci ritroviamo, tra aumento della disoccupazione, dilagare della precarietà e nuove povertà. Siamo alle solite. Stanno tentando di farci fare la guerra tra poveri.
Il tutto in un contesto in cui tra l’evasione fiscale, l’economia in nero e quella criminale i soldi ci sarebbero eccome. Ora, la nuova guerra contro la Libia voluta dagli USA e sostenuta colpevolmente dal governo italiano alimenterà solo terrorismo, morte, fame, povertà, fughe verso altri paesi, e punta alla spartizione della Libia. La migliore risposta da dare a chi vorrebbe farci credere che i profughi, tutti coloro che scappano da guerra, fame, povertà, sono il problema è opporsi a questo ennesimo intervento militare che come in Afghanistan nel 2001, in Iraq nel 2003, in Libia e Siria negli anni più recenti, colpirà i civili e contribuirà all’estendersi della guerra civile.
Per questo proponiamo alle forze sociali e sindacali, alle forze politiche e civiche della sinistra, all’associazionismo di massa, ai singoli, di organizzare manifestazioni ed iniziative unitarie per dire anche da Città di Castello che il nostro paese deve lavorare per una soluzione politica che, attraverso la pace, ponga le basi per una effettiva e duratura sconfitta del totalitarismo jiadista.
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