
Inclusione al museo: didascalie tattili per non vedenti
Il polo scientifico-museale Malakos, noto per ospitare la più ampia collezione privata europea di conchiglie con oltre 600.000 esemplari, amplia la propria offerta inclusiva introducendo testi in Braille per le didascalie della mostra sensoriale. L’iniziativa rende l’esperienza museale accessibile anche alle persone con disabilità visiva, consolidando l’impegno dell’istituzione per l’inclusione e l’accessibilità.
Il percorso sensoriale, già attivo da due anni, consente ai visitatori di toccare con mano conchiglie e reperti naturali, ascoltare suoni ambientali e percepire odori tramite specifiche installazioni. Tuttavia, fino a oggi, mancavano supporti testuali leggibili da chi non può vedere. Il recente intervento ha colmato questa lacuna attraverso la collaborazione con il Centro di consulenza tiflodidattica di Assisi, presso l’Istituto Serafico, dove i gestori del museo hanno ricevuto indicazioni e supporto tecnico.
Ogni exhibit è ora corredato di didascalie in Braille, che integrano le mattonelle parlanti già presenti ma non sufficienti a garantire la piena accessibilità per persone sorde e cieche. In parallelo, sono in fase di realizzazione mappe sensoriali che guideranno i visitatori non vedenti negli spazi espositivi.
Dal 2017, anno della sua apertura, il museo Malakos ha costantemente introdotto miglioramenti per rendere gli spazi e le attività sempre più accoglienti e inclusivi. Tra gli interventi realizzati figurano aree attrezzate per famiglie, spazi riservati alla privacy, eventi differenziati per fasce d’età e bisogni cognitivi specifici, grazie anche alla collaborazione con Kreeo e l’unità di pediatria locale.
Con l’introduzione delle nuove didascalie, anche gli ipovedenti e le persone con dislessia trovano oggi testi accessibili nei formati più adatti alle loro esigenze. Il percorso espositivo continua così a evolversi, rispondendo alle richieste del pubblico e mantenendo elevati standard di divulgazione scientifica.
L’assessore alla Cultura, Michela Botteghi, ha evidenziato il valore sociale dell’iniziativa, sottolineando il ruolo del museo come modello riconosciuto anche a livello internazionale per l’innovazione e la qualità delle sue proposte educative e scientifiche.
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