M5S, il disimpegno del comune di Città di Castello per la piccola e media imprenditoria

E’ opinione comune che le Piccole e Medie Imprese sono la spina dorsale del Paese. Pochi invece sono convinti che svolgano un ruolo fondamentale per l’occupazione e per lo sviluppo del territorio. Se così non fosse, le Istituzioni Nazionali e Locali smetterebbero di trattare imprenditori e lavoratori autonomi come mucche da mungere a loro uso e consumo. Le tasse, le imposte e i tributi locali sono sempre più alti, mentre il margine di ricavo delle forniture pubbliche è sempre più risicato.

In un periodo di crisi come il nostro, questo paradosso è particolarmente evidente a Città di Castello. Il “Bando di gara mediante procedura aperta per l’appalto dei lavori di riduzione rischio sismico e miglioramento” Scuola Primaria La Tina per 1,2 milioni di euro, aggiudicato con il 51,5% di ribasso, e della scuola secondaria di Trestina per 688.000 Euro, ancora da assegnare, sono significativi.

Nei bandi si legge che “gli interventi prevedono che i lavori di miglioramento sismico delle strutture portanti dell’edificio 1 e 2, costituito da setti murari ed orizzontamenti in latero-cemento, mediante rinforzi e/o sostituzioni di elementi edilizi (murature, solaio di copertura e solai intermedi) e relative finiture connesse, compresa la sostituzione degli infissi esterni, rifacimento parziale impianto elettrico, adattamenti alle regole di prevenzione incendi e contenimento energetico”.

Il Comune volendo applicare i termini di legge che prevedono questo tipo di tutela, poteva suddividere l’appalto in “lotti funzionali” per favorire l’accesso alle piccole e medie imprese; invece ha preferito appaltare le opere unitariamente con il sistema del massimo ribasso per la scuola di La Tina, e con il “taglio delle ali” per la scuola di Trestina senza frazionamento in lotti.

Tra l’altro, il primo criterio d’offerta, non a caso usato per l’appalto più cospicuo, come constatato, costringe le imprese a ribassi enormi riducendo ad un lumicino i profitti e che, come è noto, attraverso le “riserve” e i “subappalti” si presta alle distorsioni che anche in questi giorni riempiono le pagine dei giornali.

I partiti che governano le Istituzioni devono smettere di predicare bene e razzolare male. A parole, dal Governo al singolo Comune, tutti intendono stimolare le Piccole e Medie Imprese con investimenti pubblici, ma nei fatti questo non avviene!

Il Comune di Città di Castello poteva suddividere l’appalto in lotti conformi alle varie categorie di lavorazioni, ma ha deciso di non farlo! La suddivisione avrebbe consentito a una platea di Piccole e Medie Imprese molto più vasta di partecipare alla gara in modo trasparente e nel rispetto della legge.

Il rammarico per l’ennesima occasione persa ci spinge a chiedere all’attuale Giunta -anche a nome degli imprenditori che, nonostante si trovino ormai da tempo in una situazione di estrema sofferenza, per timore, esitano ad esporsi in prima persona- spiegazione sulle motivazioni che inducono l’Amministrazione a non tutelare, per i motivi sopra citati, le Piccole Medie Imprese e l’indotto ad esse collegato.

Il Comune, così facendo, dimostra zero sensibilità e attenzione verso quelle aziende e i loro dipendenti che senza lavoro, a fatica riescono a pagare mutui, tasse e stipendi, e ogni giorno combattono per riuscire a sopravvivere in un sistema che non guarda più in faccia nessuno di loro.

Oltre al danno anche la beffa: “per fare cassa” il Comune arriva, perfino, a far pagare 50 euro l’acquisto del cd-rom, necessario per la visione degli elaborati relativi alla gara d’appalto, e pensare che altri Enti pubblici lo danno gratis o al massimo per un paio di decine di euro.

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