
Per celebrare la ceramica e l’arte
La prima mostra in Italia sulle tazzine da caffè “griffate” per celebrare la ceramica e l’arte. In occasione di “Buongiorno ceramica”, Città di Castello ha trovato una identità originale per promuovere questa nobile attività artigianale-artistica contemporanea. Per il secondo anno consecutivo, i maestri della ceramica tifernate hanno infatti promosso, “TazzinArt”, la manifestazione in programma fino al 15 giugno, con il patrocinio del comune, unica in Italia, che è stata inaugurata oggi con una cerimonia di presentazione presso il salone di rappresentanza di Palazzo Vitelli alla Cannoniera, sede della prestigiosa Pinacoteca dove alloggiano i capolavori di Raffaello Sanzio, Signorelli e Giorgio De Chirico, in un viaggio fra i secoli, dal Rinascimento all’arte contemporanea. Gli artisti coinvolti, 25 italiani, un’artista messicana e 7 tra i più promettenti talenti della ceramica Sudafricana e Sud America, hanno realizzato un totale di oltre 200 opere.
Alla presenza del sindaco, Luca Secondi, del vice sindaco, Giuseppe Bernicchi, dell’assessore alla cultura, Michela Botteghi e degli organizzatori della manifestazione tra cui Silvia Mercati, Giada Colacicchi e Lorenzo Fiorucci è stata illustrata quello che sembra configurarsi come un vero e proprio festival della ceramica. Fiorucci, in veste di curatore della manifestazione, ha ricordato il senso di questa iniziativa che attraverso un oggetto comune come la tazzina da caffè, vuole annullare le distanze culturali e geografiche. “Il caffè – spiega Fiorucci – è un rituale quotidiano che agevola lo scambio e le relazioni anche con degli sconosciuti e su questa semplice verità si costruisce il progetto di TazzinArt che vuole unire, attraverso la ceramica d’autore, culture e sapienze anche geograficamente distanti, incoraggiando scambi e conoscenze tecniche e formali, in un mondo interconnesso non solo digitalmente ma anche attraverso l’arte”.
Ospiti d’onore di questa II edizione sono infatti artisti Sudafricani, in particolare provenienti da Cape Town, città che ha ospitato l’anno scorso l’edizione di TazzinArt in Sudafrica, con il patrocinio del consolato e l’essenziale cura di Monica Monaia. Fino al 15 giugno in Pinacoteca e nei bar, ristoranti, oltre che presso Spazio Baldelli Arte, sarà possibile ammirare, accanto ai 25 artisti italiani e un un’artista messicana, le opere di 7 tra i più promettenti talenti della ceramica Sudafricana.
Il Sudafrica è infatti è una realtà in espansione verso questo comparto e gli artisti invitati ben rappresentano questa arte, inoltre sono stati selezionati per rappresentare tutte le etnie presenti nel paese. Gli artisti invitati sono: Jenny Chadwick, Busta Boltoon, Peter Jacobs, Lungiswa Joe, Sandile Cele, Sikho Mququ, Kate Van Putten. Ognuno di loro ha una storia e una tecnica da raccontare, come Sikho Mququ, che sul suo lavoro dichiara come: “il mio intento è quello di creare un contenitore che trascenda la mera funzionalità e diventi una testimonianza della bellezza del patrimonio culturale africano. Ogni forma che creo è un omaggio alla resilienza e alla forza delle donne africane, le cui strutture incarnano la saggezza e il calore di una casa amorevole.”
Oppure Lungiswa Joe le cui opere nascono nel cuore di una delle township più antiche di Città del Capo, dove sotto l’apartheid si sono consumate violenze di ogni tipo sulle persone di colore. Per l’artista la ceramica è memoria di un vissuto e di una terra: “la forma di alcuni dei miei vasi riecheggia la danza e la silhouette del mio popolo Khoi”, spiega, riferendosi a parte della sua discendenza culturale. “Altri pezzi, invece, rivelano accenni alle variopinte culture dell’Africa meridionale che mi ispirano.”
Storie straordinarie che meritano di essere indagate e che gli organizzatori di TazzinArt, intendono promuovere accanto a quella che è la produzione made in Italy, che quest’anno, oltre i maestri della ceramica tifernate come, Luca e Simona Baldelli, Fanette Cardinali ed altri giovani artisti, che, grazie al loro esempio stanno intraprendendo questo percorso di formazione e creatività, incentivando una promozione artistica locale che comprende anche artisti provenienti da una delle Città della Strada della Ceramica Umbra come Deruta. Sono infatti presenti Nicola Boccini, Marino Ficola e Attilio Quintili con le loro creazioni. Ogni tazzina è un pezzo unico ed è una vera e propria micro-scultura. Il sindaco, Luca Secondi, il vice-sindaco, Giuseppe Bernicchi e l’assessore alla Cultura, Michela Botteghi, hanno sottolineato “l’importanza di una rassegna che promuove le eccellenze artistico-artigianali della città in tutto il mondo. Città di Castello, città rinascimentale e contemporanea, è senza dubbio un palcoscenico storico ed artistico naturale per ospitare ed esaltare una rassegna destinata a fare scuola a livello nazionale”.
Tra le iniziative collaterali della manifestazione fino a domani, domenica 18 maggio sarà possibile, previa prenotazione allo 0758522655, visitare la collezione di Ceramiche presso la Collezione Pillitu Meroni. Inoltre la libreria Paci domenica 18 alle ore 11. 00 organizza un caffè letterario parlando di libri davanti ad un caffè. Infine presso lo Spazio Baldelli Arte sarà possibile visionare e acquistare le tazzine di questa edizione e quelle di diverse epoche da sabato 17 maggio alle ore 18.00 e per tutta la durata della manifestazione.
Anche i bar del centro storico hanno voluto contribuire presentando infatti il “TazzinArt Coin” una moneta speciale reperibile in Pinacoteca, Biblioteca, Ufficio Turistico, e nei ristoranti che ospitano TazzinArt con il quale sarà possibile ricevere un caffè omaggio nei bar che aderiscono all’iniziativa. TazzinArt, manifestazione che è solo alla seconda edizione ma che ha già sviluppato rapporti importanti con paesi internazionali e punta a potenziare scambi promuovendo la relazione e l’educazione al bello nel nome del made in Italy e non solo, il tutto davanti ad una tazzina da caffè d’autore. Un’opera d’arte di contaminazione e conoscenza che può solo arricchire questo instabile tempo.
Gli artisti coinvolti, provenienti da Italia, Sudafrica e Sud America, hanno realizzato un totale di oltre 200 opere. Una combinazione di esperienze e sensibilità che arricchisce il panorama ceramico contemporaneo. Gli Artisti Partecipanti alla seconda edizione di Tazzinart sono: Luca Baldelli, Simona Baldelli, Marco Baldicchi, Cristina Biccheri, Nicola Boccini, Busta Boltoon, Fiamma Borgni, Fanette Cardinali, Alessandra Carnimeo, Paola Cesari, Jenny Chadwick, Sandile Cele, Ceramiche Noi, Flavia Eleonora Colacicchi, Giada Colacicchi, Eleonora Duranti, Francesco Fantini, Marino Ficola, Francesca Giorgi, Leslie González, Peter Jacobs, Lungiswa Joe, Alex Koban, Andrea Lensi, Fabio Mariacci, Viola Mariacci, Gabriella Marinucci, Isabella Bianchi Michiel, Monica Monaia, Sikho Mququ, Kate Van Putten, Giorgio Ricciardi, Attilio Quintili, Beatrice Tascini, Giampaolo Tomassetti.
Bar e Ristoranti aderenti
Fino al 15 giugno 2025, le tazzine artistiche saranno visibili in modo diffuso nei seguenti locali: Caffè della Posta, Bar del Corso, Bar Incontro, Bar La Piazzetta, Bar Roma, Bar San Giacomo, Caffè Latino, Caffè Magi, Caffè Vittoria, Libreria Paci La Tifernate, L’Accademia Hostaria, Minù Caffè, Pasticceria Benedetti, Puletti Alimentari, Ristorante Le Logge, Trattoria Lea, Trattoria Pappa e Ciccia, Vecchia Trattoria La Bohème.
CREDITI
Luca Baldelli, Simona Baldelli, Fanette Cardinali, Giada Colacicchi, Lorenzo Fiorucci, Lorenzo Giornelli, Andrea Mercati, Silvia Mercati, Monica Monaia.
LA SCHEDA
I più antichi manufatti ceramici rinvenuti nel territorio tifernate risalgono all’abitato protostorico di Riosecco, centro dell’immediata periferia cittadina. I materiali restituiti dallo scavo, tra cui i resti di grandi vasi tronco-conici di impasto con prese e cordoni a festone, possono essere datati dalla fine dell’VIII al VI sec. a. C.; sono notevoli le loro affinità con fogge vascolari adriatiche. Le strutture dei focolari trovano confronti con coevi abitati veneti. Numerosi frammenti ceramici risalenti al periodo romano sono stati rinvenuti in altri scavi archeologici effettuati in tutto il territorio tifernate, sia nel centro storico che nelle zone sub-urbane ed extra urbane, come lo scavo presso la villa romana Villa Plinio in Tuscis presso Colle Plinio che attualmente fa parte del Comune di San Giustino, ma all’epoca tutta la l’Alta valle del Tevere costituiva un unica realtà territoriale. Lo scavo ha portato alla luce delle ceramica a vernice nera e il materiale di scarto della fornace, che risalgono alla prima fase romana, sono databili dal III al I sec. a.C.. Successivi reperti sono del periodo nel quale la villa subisce un primo ampliamento, con la creazione di un impianto termale; di questa epoca viene presentata la pianta di fase e del materiale di scavo (bolli, intonaci, mosaici, vasi aretini). All’epoca di Plinio il Giovane, I sec. d. C., risale un cospicuo gruppo di ceramiche tra cui delle anfore, bolli laterizi, ceramiche fini da mensa. Sempre nello stesso sito, sono state rinvenute ceramiche medievali, che attestano la frequentazione del luogo anche in epoche tardo antiche e postclassiche. Fiorente, nel 1947, fu la “Fabbrica Ceramiche Baldelli” che occupava una quindicina di operai e produceva, prevalentemente, manufatti ordinari di uso domestico. I modelli di Dante Baldelli stavano però facendo breccia sul mercato e già giungevano ingenti ordinazioni. Il laboratorio contava, dunque, di espandersi e richiese corsi per apprendisti in modo da formare personale specializzato. Già nel 1947 l’azienda occupava una quindicina di addetti e nel 1959 arrivò ad occuparne una ventina. La materia prima, l’argilla da maiolica, proveniva dalla cava di Fighille, nel vicino comune di Citerna; l’argilla bianca da terraglia, proveniva dal vicentino. Le Ceramiche Baldelli conquistarono il mercato internazionale, basti pensare che gran parte della produzione era destinata all’esportazione in diversi paesi tra cui Svezia, Olanda, Belgio, Stati Uniti, Inghilterra, Canada e Francia. Ad Oggi la tradizione ceramica continua nella produzione artigianale e industriale, ma anche attraverso l’attività di molti artisti che cercano di coniugare l’espressione ceramica con la cultura del contemporaneo, così viva e forte a Città di Castello.
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