Città di Castello celebra i 100 anni di Pino Pannacci

Città di Castello celebra i 100 anni di Pino Pannacci

Ricordato il sindaco innovatore, simbolo della sinistra umbra

Il 15 luglio 1925 nasceva a Città di Castello Giuseppe “Pino” Pannacci, figura centrale della politica umbra del secondo dopoguerra e sindaco tra i più rappresentativi e innovativi della storia cittadina. A cento anni dalla nascita, il Comune lo ha ricordato con un messaggio ufficiale, sottolineando l’impronta lasciata da un amministratore che ha saputo coniugare passione politica e pragmatismo nella gestione pubblica.

Pannacci fu un punto di riferimento per generazioni di amministratori e cittadini. Entrato in giovane età nel mondo della politica antifascista, partecipò attivamente alla lotta di Liberazione nel 1945 come volontario nella Divisione Cremona. Cresciuto nel contesto familiare segnato dalla militanza del padre nel Partito popolare e dall’impegno antifascista degli zii a Milano, maturò una visione politica radicata nei valori della sinistra democratica.

Negli anni Cinquanta divenne segretario della sezione locale del Partito Comunista Italiano, guidando vertenze sociali e lavorative in un contesto segnato dalla ricostruzione postbellica. La sua esperienza si estese alla Provincia di Perugia, dove dal 1964 ricoprì ruoli chiave nella comunicazione istituzionale e nell’economia. Con la giunta Ciarabelli fu protagonista del rinnovamento dei servizi psichiatrici, promuovendo percorsi di cura alternativi all’internamento manicomiale.

Sul piano regionale, fu membro della segreteria umbra del PCI e responsabile della commissione Sanità, consolidando un’azione politica che coniugava idealità e interventi concreti. La svolta amministrativa arrivò nel 1980 con la sua elezione a sindaco di Città di Castello. Rimase alla guida del Comune per tre mandati, inizialmente con una coalizione PCI-PSI e in seguito con una giunta formata da PCI e DC, dopo la rottura con i socialisti locali.

Durante i suoi anni da primo cittadino, Pannacci introdusse politiche ambientali e urbane lungimiranti. Promosse la nascita di Sogepu, società pubblica per la gestione integrata dei rifiuti e dei servizi locali, voluta con una governance improntata a criteri manageriali e svincolata dalla lottizzazione politica. Affrontò la questione del traffico urbano e della mobilità sostenibile attraverso opere simboliche come il parcheggio Ansa e le scale mobili del Giardino del Cassero, considerate all’epoca una soluzione innovativa per la valorizzazione del centro storico.

Nel campo della partecipazione democratica ideò le “assise della democrazia”, spazi di confronto fra cittadini e istituzioni locali che rappresentarono un’anticipazione dei processi partecipativi oggi consolidati. Parallelamente sostenne la creazione dei Centri tecnici promozionali del legno e della tipografia, contribuendo alla valorizzazione di due settori strategici per l’economia locale.

Nel 1988 diede impulso alla prima edizione della Fiera delle utopie concrete, manifestazione culturale che univa riflessione teorica e pratiche sostenibili, in un’ottica di sviluppo locale integrato. Questo evento, ancora oggi attivo, ha rappresentato uno dei momenti più alti del pensiero politico e amministrativo di Pannacci, segnato dalla volontà di unire utopia e realismo.

Il suo lascito è stato oggetto di valorizzazione anche in ambito archivistico. Nel 2018 il figlio Gianfranco ha donato all’Istituto di Storia Politica e Sociale “Venanzio Gabriotti” la documentazione prodotta e conservata da Pannacci nel corso della sua attività politica e professionale.

A conferma del valore della sua eredità, l’attuale amministrazione comunale ha annunciato per l’inizio di ottobre una giornata di studi dedicata alla sua figura, che si terrà nella sala del consiglio comunale. Sarà un’occasione per rileggere il percorso di un protagonista della vita politica tifernate e umbra, il cui nome resta legato a un’idea di politica intesa come servizio alla comunità.

Un omaggio permanente al suo contributo si ritrova anche nella toponomastica cittadina: il percorso meccanizzato che collega il Giardino del Cassero a Piazza Gabriotti, inaugurato nel 2016, porta il suo nome, rappresentando non solo un’infrastruttura urbana ma un simbolo della sua visione di città a misura d’uomo.

La figura di Giuseppe Pannacci continua a essere riconosciuta come modello di buona amministrazione, serietà istituzionale e apertura al dialogo. Il centenario della nascita offre alla comunità l’occasione per riflettere su un patrimonio politico e umano che ha attraversato decenni di storia locale e regionale, lasciando un’impronta ancora oggi evidente nel volto e nella memoria di Città di Castello.

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