Cani randagi diventano icone d’arte a Citerna

Cani randagi diventano icone d’arte a Citerna

L’opera di Qeu Meparishvili nella sesta edizione del progetto

Cani randagi – La Rocca di Citerna ospita Edicola dei Randagi – Shrine of the Strays, installazione scultorea dell’artista georgiana Qeu Meparishvili, realizzata per la sesta edizione di Una Boccata d’Arte, il progetto di diffusione culturale promosso da Fondazione Elpis. L’opera sarà visibile dal 28 giugno al 28 settembre 2025.

L’intervento artistico, curato da Giovanni Rendina, si inserisce nel programma che coinvolge ogni anno venti artisti in altrettanti borghi distribuiti tra le venti regioni italiane. Citerna è il centro umbro scelto per questa edizione, offrendo il suo contesto medievale e il ricco patrimonio storico come scenario per l’installazione.

Il borgo, al confine tra Umbria e Toscana, è noto per la sua architettura storica e per la posizione panoramica sulla valle. Di origini etrusco-romane, ha attraversato varie dominazioni nel corso dei secoli, dai Longobardi allo Stato Pontificio, ed è stato teatro di episodi significativi, come la presenza di San Francesco e il passaggio di Garibaldi nel 1849. Il paese ha vissuto anche momenti drammatici durante la Seconda guerra mondiale. Proprio in questo luogo denso di stratificazioni storiche si colloca l’intervento di Meparishvili.

Cani randagi

L’opera si compone di lastre metalliche incise utilizzando una tecnica iconografica georgiana tradizionale, ormai quasi scomparsa. Le incisioni raffigurano cani randagi, animali che popolano quotidianamente le strade di Tbilisi, città d’origine dell’artista. Ogni lastra ritrae un cane specifico, la cui immagine si presenta come un’icona sacra, elevando la sua esistenza a simbolo universale.

In Georgia, i randagi non sono figure marginali ma membri riconosciuti della comunità urbana. Portano nomi, stabiliscono relazioni affettive con gli abitanti, vivono spazi condivisi. Questa realtà è stata reinterpretata dall’artista come espressione di coesistenza e resistenza. L’installazione rende omaggio a queste vite “minori”, assimilandole per intensità e significato a quelle dei santi raffigurati nelle icone religiose.

La scelta della tecnica tradizionale ha una funzione duplice: rafforza il legame con la cultura visiva ortodossa e contribuisce alla salvaguardia di un patrimonio in via d’estinzione. L’artista reintroduce il linguaggio iconografico in un contesto laico e contemporaneo, trasformando l’arte devozionale in strumento di testimonianza sociale.

Cani randagi

Il progetto esplora le soglie tra natura e cultura, animale e umano, istituzione e libertà. Il randagio diventa emblema di una vita ai margini, ma anche figura resistente e solidale. Nell’alternanza tra selvatico e domestico, l’opera riflette sulla vulnerabilità, sulla dignità e sull’identità in ambienti urbanizzati.

La presenza dei cani scolpiti in metallo crea un dialogo diretto con le architetture della Rocca e del borgo. Il materiale, resistente e freddo, contrasta con la narrazione affettiva che ne scaturisce, suggerendo una tensione tra monumento e memoria, reliquia e realtà quotidiana. Ogni lastra appare come una targa commemorativa, dedicata a esistenze senza padrone ma non prive di senso o valore.

Una Boccata d’Arte, avviato nel 2020 da Fondazione Elpis per volontà della presidente Marina Nissim, è l’unico progetto in Italia che porta ogni anno l’arte contemporanea nei piccoli centri abitati con meno di cinquemila abitanti. Gli interventi sono tutti site-specific, nati cioè in relazione diretta con il territorio ospitante. Gli artisti, provenienti da diverse nazioni e con differenti approcci espressivi, trascorrono un periodo di residenza nei borghi per raccogliere materiali, entrare in contatto con le comunità locali e proporre visioni artistiche in dialogo con la storia e la cultura dei luoghi.

L’iniziativa si avvale della collaborazione di Galleria Continua e Threes e punta a rafforzare il legame tra pratiche artistiche contemporanee e contesti marginali o meno accessibili. In ogni edizione, il progetto crea una rete diffusa di esperienze culturali, promuovendo l’incontro tra pubblico e artista e valorizzando il patrimonio immateriale dei territori coinvolti.

Qeu Meparishvili, classe 1995, sviluppa una ricerca artistica radicata nella cultura georgiana, ricca di simbolismo e narrazione. Attraverso l’uso di materiali come l’argilla e il metallo, l’artista plasma opere che coniugano suggestioni mistiche con una riflessione sulla condizione umana. Le sue installazioni evocano universi dove l’umano e l’animale, il sacro e il profano, l’antico e il contemporaneo si incontrano e si sovrappongono.

L’intervento a Citerna rappresenta un momento di forte connessione tra il linguaggio personale dell’artista e il patrimonio culturale italiano. La scelta di trasformare i cani randagi in figure iconiche si configura come un atto poetico e politico allo stesso tempo. L’opera invita a riconsiderare la percezione delle presenze marginali, riconoscendone il ruolo nella costruzione della memoria collettiva.

La realizzazione del progetto è stata resa possibile grazie al supporto del Comune di Citerna, della Pro Loco e di numerosi cittadini e professionisti locali. L’inaugurazione è prevista per sabato 28 giugno 2025 alle ore 18.00 presso la Rocca di Citerna, in Via della Rocca.

L’installazione sarà accessibile fino al 28 settembre 2025, insieme agli altri interventi distribuiti nei venti borghi della sesta edizione. Il progetto continuerà a promuovere il dialogo tra arte e territorio, consolidando una piattaforma culturale attenta alla pluralità delle voci e alla rigenerazione creativa dei piccoli centri italiani.

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