
Umbertide: destra respinge mozione, opposizione replica duramente
Aspra polemica politica dopo il voto contrario dell’amministrazione Carizia su una mozione per il riconoscimento dello Stato palestinese. Il 18 settembre il Consiglio comunale ha respinto l’ordine del giorno presentato da PD, Corrente e Progressisti per l’Innovazione che chiedeva anche la condanna del genocidio a Gaza.
La maggioranza ha replicato il 23 settembre sostenendo che “le questioni internazionali non sono competenza del Consiglio comunale di Umbertide”. Una posizione che ha scatenato la durissima risposta delle opposizioni, che accusano l’amministrazione guiddal sindaco Luca Carizia di mancanza di coraggio politico.
“Non si possono sentire certe affermazioni” replica il Partito Democratico in una nota ufficiale, sottolineando come questo sia “il momento di decidere da quale parte della storia stare”. L’opposizione rivendica il ruolo dei comuni come enti più vicini ai cittadini, dai quali può arrivare un segnale importante anche su temi globali.
La mozione respinta aveva come obiettivi il riconoscimento dello Stato di Palestina e la condanna delle operazioni militari israeliane nella Striscia. Secondo i proponenti, votare l’ordine del giorno non avrebbe cambiato gli assetti internazionali ma avrebbe dimostrato la vicinanza del Comune a chi soffre.
Il PD evidenzia la drammaticità della situazione di “donne, uomini, bambini per cui la vita al momento è un inferno in terra che si chiama Gaza”. L’opposizione respinge ogni accusa di strumentalizzazione, sostenendo invece che portare la questione in Consiglio significava dare voce ai cittadini che sentono vicina la tragedia mediorientale.
Particolare riferimento viene fatto ai 300 studenti dell’Istituto superiore Da Vinci che avevano manifestato interesse per la questione. L’opposizione critica l’amministrazione per non aver avuto “il coraggio di affrontarli” direttamente, scegliendo di incontrare solo una delegazione e in forma privata.
“Quale esempio state dando?” si domanda il PD, accusando la maggioranza di non aver voluto assumersi la responsabilità di una posizione chiara su un tema così delicato. La scelta dell’amministrazione viene interpretata come un tentativo di evitare prese di posizione nette su questioni controverse.
La replica dell’opposizione si conclude con una formulazione particolarmente pungente: “La toppa è peggio del buco” e “a volte è meglio tacere”. Un attacco diretto al comunicato della destra umbertidese, considerato inadeguato e controproducente.
Lo scontro riflette le divisioni nazionali sulla questione mediorientale, con il centrosinistra generalmente più critico verso le operazioni israeliane e il centrodestra più cauto nel condannare l’alleato storico dell’Occidente. A Umbertide questo divide si è materializzato in un confronto aspro tra maggioranza e opposizione.
La vicenda evidenzia come anche nei piccoli comuni temi di politica internazionale possano generare forti tensioni, con le opposizioni che rivendicano il diritto-dovere degli enti locali di esprimersi su questioni di principio che toccano diritti umani fondamentali.
Il caso umbertidese si inserisce nel più ampio dibattito nazionale sui limiti delle competenze comunali e sul ruolo degli enti locali nell’esprimere posizioni su conflitti internazionali, questione che ha diviso amministrazioni di diverso colore politico in tutta Italia.
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