
Lettera anonima a Città di Castello, il sindaco esprime solidarietà
Una lettera minatoria scritta in italiano ed ebraico è stata recapitata ai titolari della pizzeria Fez, nota attività del centro storico di Città di Castello, colpevole – secondo l’autore o gli autori – di aver affisso manifesti a sostegno della popolazione di Gaza. Il messaggio, che richiama un salmo della “maledizione” (Meerah) tratto dalla Bibbia di Gerusalemme, contiene invocazioni violente e un chiaro avvertimento: «Togliete le insegne pro-Palestina o la maledizione colpirà tutto il locale».
Secondo gli inquirenti, il tono e la simbologia utilizzata fanno presumere che l’autore conosca l’ebraico e testi religiosi. I Carabinieri hanno aperto un fascicolo contro ignoti, ma non si esclude l’intervento della Questura, data la gravità del gesto. Le forze dell’ordine stanno proseguendo le indagini per risalire al responsabile.
Fabrizio “Fez” Duca, titolare del locale, ha replicato con fermezza: «Se pensano di intimidirci, si sbagliano di grosso. Abbiamo già affisso due nuovi cartelli e ricevuto richieste da cittadini che vogliono riprodurli in altri punti della città». Duca ha ribadito il proprio impegno solidale nei confronti della causa palestinese e riferito dei numerosi messaggi di solidarietà ricevuti da cittadini, associazioni e rappresentanti istituzionali.
Alla condanna pubblica si è aggiunta quella ufficiale del sindaco di Città di Castello, Luca Secondi, che ha espresso «la più sentita vicinanza e solidarietà per il grave episodio» ed ha sottolineato la necessità di fare piena luce sull’accaduto: «Un gesto stupido e grave che la comunità tifernate respinge con fermezza, ribadendo il valore della libertà di espressione di tutti, in questo caso del ristoratore e amico Fabrizio Duca “Fez”, già consigliere comunale e da sempre attivo nel campo culturale e dei diritti umani».
La vicenda ha superato i confini locali, generando una mobilitazione collettiva. Alcuni esercizi commerciali hanno chiesto di diffondere i manifesti della pizzeria, mentre si valuta un intervento del consiglio comunale per discutere pubblicamente dell’episodio. Intanto proseguono le indagini per identificare chi ha inviato la missiva.
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