Addio al senatore Nocchi, figura storica della città

Addio al senatore Nocchi, figura storica della città

Lutto a Città di Castello, il cordoglio del sindaco Secondi

Città di Castello piange la scomparsa di Venanzio Gabrio Nocchi, ex senatore, docente e protagonista della vita istituzionale e culturale locale. Il sindaco Luca Secondi, insieme alla giunta, ha espresso vicinanza alla famiglia, rendendo omaggio a un uomo che ha lasciato un segno profondo nella storia politica e sociale della città e dell’Umbria.

La notizia della sua morte, avvenuta a 79 anni, ha suscitato grande commozione. Il Consiglio comunale ha commemorato la figura di Nocchi con un minuto di silenzio nell’aula di Palazzo dei Priori. L’amministrazione comunale ha voluto condividere il momento di dolore ricordandone l’alto profilo morale e l’impegno continuo per la crescita della collettività.

Originario di Città di Castello, Nocchi si avvicinò giovanissimo al Partito Comunista Italiano. Nel 1970 fu eletto sindaco e rimase alla guida del Comune per dieci anni, segnando una fase di profonda trasformazione sociale. Dopo l’esperienza da primo cittadino, fu assessore regionale alla Cultura, Istruzione e Formazione professionale dal 1980 al 1987, contribuendo allo sviluppo delle politiche educative in Umbria.

Nel 1987 entrò in Senato tra le file del PCI, venendo riconfermato nel 1992 con il PDS. In Parlamento fu attivo nella Commissione Istruzione e beni culturali, nel comitato di vigilanza sulla RAI e nel Comitato per i procedimenti d’accusa. Concluse la sua esperienza a Roma nel 1994, per poi tornare alla politica cittadina nel 2001, con i Democratici di Sinistra, rimanendo consigliere comunale fino al 2006.

Accanto alla carriera politica, Nocchi coltivò l’interesse per la cultura e per la musica. Partecipò alla creazione del Festival delle Nazioni e fece parte del suo consiglio direttivo. In ambito scolastico fu sempre attivo, sia come insegnante che come promotore di iniziative pubbliche, senza mai interrompere il legame con il mondo educativo.

La sua voce da basso era apprezzata nelle rassegne liriche di Umbria e Toscana. La comunità lo saluta come una personalità coerente e appassionata, la cui eredità civile e culturale rimane viva nella memoria collettiva.

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