
Approvato il modello operativo già adottato nel cratere 2016
È stata approvata la prima Ordinanza per avviare la ricostruzione nei territori colpiti dai terremoti del 2022 e 2023. La decisione è stata formalizzata nel corso della prima riunione della Cabina di coordinamento sisma dedicata a questa nuova fase emergenziale, presieduta dal Commissario straordinario Guido Castelli. L’iniziativa coinvolge i Comuni di Ancona, Fano, Pesaro, Umbertide, Perugia e Gubbio, e segna l’estensione del modello già applicato per la ricostruzione del cratere 2016.
L’ordinanza prevede infatti l’adozione delle medesime regole e procedure straordinarie che hanno regolato la ricostruzione post-sisma del 2016, accorciando tempi e passaggi burocratici. Il sistema prevede risorse dedicate, norme chiare e tempi certi, evitando di dover elaborare da zero un nuovo impianto regolatorio.
Sul fronte finanziario, il provvedimento assegna 35 milioni di euro per l’anno 2025 e 67 milioni di euro per il 2026. Le risorse saranno destinate a interventi sia di ricostruzione privata che pubblica. Per gli immobili danneggiati da privati, si farà riferimento – ove compatibile – alle disposizioni contenute nell’Ordinanza n. 130/2022, che costituisce il Testo unico della ricostruzione privata, insieme alle ordinanze collegate.
I cittadini dei territori colpiti avranno tempo fino al 31 ottobre 2025 per presentare, tramite la piattaforma Ge.Di.Si., la manifestazione di volontà a intraprendere il percorso di ricostruzione. Il termine fissato per la presentazione del livello operativo dei progetti è invece il 31 dicembre 2025.
Per quanto riguarda gli interventi pubblici, l’Ordinanza definisce che entro la stessa data del 31 dicembre 2025 dovranno essere presentati i Documenti di indirizzo alla progettazione (DIP). Questi documenti costituiranno la base per il successivo finanziamento degli interventi, che avverrà attraverso nuove ordinanze.
Le semplificazioni introdotte per il cratere 2016 vengono estese anche ai nuovi territori: sarà possibile affidare direttamente i servizi di progettazione fino a un importo di 215 mila euro e i lavori fino a 400 mila euro. Inoltre, è sospeso fino a fine 2025 l’obbligo di qualificazione per le stazioni appaltanti. Sempre fino alla stessa scadenza, non sarà obbligatorio l’uso del Building Information Modeling (BIM) per le soglie inferiori a quelle europee.
Le norme in vigore includono anche l’applicazione dell’Accordo di Alta Sorveglianza firmato con l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), con lo scopo di garantire la trasparenza nelle procedure di appalto e la correttezza nell’esecuzione degli interventi.
L’approccio adottato conferma la volontà di operare secondo un modello già collaudato, ritenuto efficace per gestire in tempi rapidi le complesse fasi della ricostruzione post-sismica. L’esperienza maturata nella gestione del sisma del 2016 ha costituito il riferimento per l’azione del Commissario, che ha ricevuto mandato anche per i recenti eventi sismici del 2022 e 2023.
Il coordinamento tra le Regioni interessate, Marche e Umbria, insieme agli Uffici Speciali per la Ricostruzione, ha permesso di definire un’intesa operativa che punta a fornire risposte tempestive e strutturate alle comunità colpite. Il sistema sarà inoltre supportato da controlli rafforzati e meccanismi già sperimentati, con l’obiettivo di evitare ritardi e inefficienze.
Con l’entrata in vigore della prima Ordinanza, si apre dunque formalmente la fase operativa della ricostruzione nei territori coinvolti dai sismi più recenti, secondo un modello che punta all’efficacia, alla semplificazione amministrativa e alla coerenza con quanto già realizzato nel precedente cratere dell’Italia centrale.
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