
L’artista Lazzari: opera ora nella stanza privata del Pontefice
Il 18 dicembre 2019, il maestro Stefano Lazzari ha consegnato a Papa Francesco, nella residenza di Santa Marta, una copia della Crocifissione Bianca di Marc Chagall, realizzata secondo una tecnica artistica brevettata dalla sua bottega. Il dono, accolto con grande emozione dal Pontefice, è oggi custodito nella camera privata del Santo Padre.
L’opera riprodotta, eseguita in pictografia su tela, è stata il frutto di un meticoloso lavoro durato mesi, portato avanti da Lazzari insieme alla sorella Francesca e al team della loro azienda. La tecnica utilizzata ha previsto l’impiego di pigmenti naturali, preparazione manuale della superficie pittorica e l’uso di metodologie coerenti con quelle originali. Lo stesso Papa aveva indicato la Crocifissione Bianca come il dipinto che desiderava vedere ogni mattina al risveglio e ogni sera prima di addormentarsi.
La scena raffigurata nell’originale di Chagall — che unisce la figura del Cristo crocifisso alla sofferenza del popolo ebraico — aveva profondamente colpito il Pontefice per la sua carica simbolica e spirituale. Secondo quanto ricordato da Lazzari, l’emozione provata dal Santo Padre al momento della consegna fu intensa e palpabile. Dopo aver osservato in silenzio l’opera, fu proprio il Papa a volerla collocare accanto al proprio letto.
Il progetto artistico di Lazzari non si è fermato a quella singola occasione. Il 12 gennaio 2024, infatti, il maestro ha consegnato una seconda opera al Pontefice: una riproduzione della Salus Populi Romani, l’icona mariana alla quale Papa Francesco ha sempre mostrato particolare devozione. Anche questa opera è stata realizzata in pictografia, ma su tavola, nel formato originale e con la cornice fedelmente riprodotta.
La destinazione iniziale era la residenza privata del Papa, ma l’impatto emotivo suscitato dall’icona fu tale che fu scelta una collocazione speciale: la stanza della Madonna in Vaticano, luogo riservato dove il Pontefice riceve le udienze private. Si tratta di una scelta senza precedenti: dalla metà del XVI secolo, nessun dipinto era stato ammesso su quelle pareti. L’icona della Salus Populi Romani, nella sua versione riprodotta da Lazzari e dal suo team, è così diventata l’unica presenza pittorica in quello spazio sacro.
Secondo quanto riferito da Lazzari, fu lo stesso Papa a desiderare che anche i suoi successori potessero godere della vista dell’opera. Durante il loro primo incontro, Papa Francesco aveva già incoraggiato l’artista a proseguire con dedizione il proprio lavoro, definendo l’arte non solo come un’espressione estetica ma come strumento sociale, ponte tra culture, veicolo di pace. “La bellezza promuove armonia tra gli uomini”, aveva detto il Pontefice in quell’occasione, parole che Lazzari considera una guida per la sua attività.
Anche il sindaco di Città di Castello, Luca Secondi, ha voluto ricordare questi momenti, esprimendo orgoglio per l’opera che ha unito simbolicamente la comunità tifernate al Santo Padre. Secondi ha sottolineato l’importanza di questo legame, già rinsaldato in passato attraverso iniziative artistiche e culturali. Tra queste, ha ricordato la creazione della grande eco-bandiera della pace, dedicata proprio a Papa Francesco, composta con il contributo di oltre 800 bambini insieme all’artista Moira Lena Tassi.
La pictografia brevettata dalla bottega Lazzari si conferma così strumento efficace per realizzare copie fedeli di capolavori antichi, rispettando materiali, stili e metodi del passato. Questo approccio ha trovato una profonda risonanza nella visione del Papa, che considera l’arte una forma di spiritualità incarnata nella materia.
Le due opere donate – la Crocifissione Bianca e la Salus Populi Romani – rimangono oggi testimonianza concreta di questo incontro tra artigianato e fede, tra tradizione e innovazione, tra un maestro d’arte e un pontefice che ha voluto fare della bellezza uno dei pilastri del proprio messaggio. Entrambe le riproduzioni, accettate dal Papa con gratitudine, hanno trovato collocazioni uniche e irripetibili, diventando parte integrante del quotidiano spirituale del Pontefice e, in prospettiva, anche dei suoi successori.
Il ricordo di quei momenti, per Stefano Lazzari e la sua famiglia, è destinato a rimanere impresso nella memoria personale e collettiva della città. Un legame fra arte, fede e identità locale, suggellato dal riconoscimento di chi oggi guida la Chiesa cattolica.
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