
Baci e abbracci in pinacoteca per celebrare San Valentino
Baci e abbracci in pinacoteca per celebrare San Valentino Baci e abbracci in Pinacoteca nel giardino rinascimentale e all’intero delle sale fra le opere dei maestri della pittura e arte, Raffaello e Signorelli, per celebrare in maniera inedita San Valentino la giornata dell’amore universale fra tutti gli esseri viventi. Numerose “coppie” di tifernati, turisti e amici hanno aderito fin dalle prime ore di apertura di Palazzo Vitelli alla Cannoniera al contest fotografico con tanto di “hastag” da postare, #unapinacotecadibaci, ideato dalla Cooperativa “Il Poliedro”, che gestisce il museo in collaborazione con il comune di Citta’ di Castello e l’assessorato alla cultura in particolare.
Per San Valentino fotografati nella Pinacoteca comunale di Città di Castello con la persona a cui vuoi bene. “L’idea è stata quella di invitare per l’occasione ad ingresso gratuito, gli innamorati, e chi si vuole bene, a farsi una foto, un selfie in un punto di loro scelta della Pinacoteca” precisa Isabella Consigli, operatrice della Cooperativa “Il Poliedro”: in palio c’è una visita guidata gratuita. Smartphone a portata di mano, dopo aver scelto la location ideale, diverse coppie di persone hanno iniziato a scattare foto rinnovando di fronte alla facciata della Pinacoteca riccamente affrescata dalla decorazione a graffito eseguita da Cristofano Gherardi, detto il Doceno, su disegno del Vasari o all’interno delle sale dove le opere di Raffaello, “lo Stendardo della Santissima Trinità” e del “Martirio di San Sebastiano” di Luca Signorelli si guardano “vis a vis” o accanto alla riproduzione dello Sposalizio della Vergine eseguita dalla Bottega Tifernate dal maestro Stefano Lazzari. Due coppie di coniugi di Terni, Daniela Ricci e Domenico Ripanti ed Elisabetta De Paolis e Mauro Labbella, che oggi ha anche festeggiato il compleanno, hanno di fatto sugellato con la loro presenza un inedito gemellaggio dell’amore e dell’arte fra Città di Castello e Terni, proprio nel giorno un cui nella città dell’acciaio si celebra l’amore come da plurisecolare tradizione.
“Una bellissima iniziativa nel nome dell’amore, dell’arte, della cultura e delle bellezze della vita”, hanno dichiarato i visitatori ternani, dopo un bacio ed un abbraccio di fronte alle opere del museo: “il connubio fra i sentimenti e l’arte è davvero straordinario e fa comprendere i veri valori della vita. Oggi è stata per noi una bellissima giornata”. Tanta felicità e sorrisi anche nei volti di due amiche e colleghe di lavoro, Michela Biagioli e Serena Polenzani, che hanno deciso di postare alcune foto fra le aiuole del giardino rinascimentale con palloncini colorati e cuori. “Non potevamo mancare ed aderire a questa iniziativa davvero meritoria di unire la celebrazione di una ricorrenza sentita come San Valentino e l’arte, la storia, la tradizione secolare che questi luoghi di rara bellezza racchiudono”, hanno sottolineato Michela e Serena. Palazzo Vitelli alla Cannoniera, che ospita la Pinacoteca, venne costruito proprio in occasione del matrimonio tra il condottiero Alessandro Vitelli e Angela Paola Rossi di San Secondo Parmense. Da sempre è collegato all’amore anche nel suo apparato decorativo, in particolare della scala monumentale, in cui sono raffigurati gli effetti dell’amore su personaggi famosi, tra cui il filosofo Aristotele.
Tra le leggende cittadine inoltre il palazzo è caratterizzato dalla storia misteriosa e romantica della Sora Laura, la donna amata da Alessandro Vitelli, capitano di ventura della casata legata alla storia rinascimentale della città, che secondo la leggenda torna a manifestarsi nelle sale del museo nelle notti di plenilunio. Secondo la leggenda risalente alla metà del 1500, Laura, giovane e di umili origini, ma bellissima e affascinante, fu portata a vivere nella dimora oggi sede della Pinacoteca comunale da Alessandro Vitelli, a dispetto della moglie Angela Paola dei Rossi di San Secondo Parmense che poi abbandonò il palazzo. Dedita al ricamo di fazzoletti nei lunghi periodi di assenza di Alessandro per le battaglie nelle quali la casata era coinvolta, prese l’abitudine di affacciarsi alla finestra, sopra la volta che sovrasta la strada, e di lasciar cadere un fazzoletto al passaggio di un bel giovane, come scusa per farlo entrare nel palazzo.
La leggenda per lungo tempo portò i giovani della città a non passare nelle notti di luna piena sotto la volta di Palazzo Vitelli alla Cannoniera, per paura di scorgere lo spirito inquieto della Sora Laura. Tra le decorazioni spiccano le figure di Giove, re dell’Olimpo e la moglie Giunione, che, in antitesi all’infedeltà del marito, è la protettrice del matrimonio. Chi riceverà più like vincerà una visita guidata alla Pinacoteca Comunale. “L’apprezzamento di turisti e visitatori verso questa iniziativa davvero originale conferma il ruolo dei musei, della Pinacoteca, come luoghi della cultura ma anche di vita quotidiana ed oggi nella giornata speciale come San Valentino abbiamo pensato ad un motivo speciale per visitarla”, ha precisato, Michela Botteghi assessore alla cultura: “un luogo ricco di fascino che si presta bene ad essere accostato anche alla giornata simbolo dell’amore.” La pinacoteca Comunale di Palazzo Vitelli alla Cannoniera Il Museo trovò sistemazione nell’attuale sede quando nel 1912 Elia Volpi, pittore, restauratore ed antiquario tifernate di fama internazionale, donò al Municipio il cinquecentesco Palazzo Vitelli alla Cannoniera. Costruito in tempi diversi, l’edificio assunse il definitivo aspetto nella prima metà del cinquecento e fu così denominato per la vicinanza di una fonderia o deposito di cannoni.
Il Palazzo, nobile esempio di dimora rinascimentale, venne edificato in occasione delle nozze di Alessandro Vitelli e Angela Paola dei Rossi di San Secondo Parmense. Riccamente affrescato, è caratterizzato dalla decorazione a graffito della facciata che guarda il giardino eseguita da Cristofano Gherardi, detto il Doceno, su disegno del Vasari. Vasi, mascheroni, motivi vegetali, putti, cornucopie, uccelli affiancano stemmi e simboli della nobile famiglia Tifernate. Lo scalone che dà accesso al piano nobile è splendidamente affrescato con una complessa decorazione a carattere celebrativo e simbolico: Sibille e Profeti, Apollo e le Muse, Sapienti e Imperatori dell’antichità che sono attribuiti a Cola dell’Amatrice e al Gherardi.
La collezione d’opere qui conservata è, per importanza, seconda in Umbria soltanto alla Galleria Nazionale di Perugia. Fra le opere custodite nelle suggestive sale, “Il Gonfalone della Santissima Trinità di Raffaello”, realizzato tra il 1500 e il 1502, anni in cui il giovane maestro era attivo a Città di Castello. Nelle due facce, molto rovinate dall’uso processionale, vengono rappresentate la Trinità e i santi Rocco e Sebastiano e la Creazione di Eva e due angeli. Le figure e la composizione manifestano l’interesse per le opere del Perugino e di Luca Signorelli. La grande pala con la “Madonna in trono” col Bambino e sei angeli del Maestro di Città di Castello, fedele seguace di Duccio di Boninsegna, è il dipinto più antico qui conservato. Seguono le opere di Spinello Aretino, di Giorgio di Andrea di Bartolo, di Antonio Alberti da Ferrara, di Neri di Bicci e di Antonio Vivarini.
Unico esemplare di oreficeria è il “Reliquiario del braccio di Sant’Andrea”, datato 1420, attribuito allo scultore fiorentino Lorenzo Ghiberti. L’ingresso della Pinacoteca comunale poi è tornato poco fa quello di un secolo fa: dal portale che si affaccia sui gioielli rinascimentali di Palazzo Vitelli alla Cannoniera e del giardino all’italiana. Palazzo Vitelli alla Cannoniera, oggi sede della Pinacoteca comunale di Città di Castello, è un edificio di enorme interesse storico artistico. Venne eretto tra il 1512 ed il 1532 dalla Famiglia Vitelli in occasione del matrimonio tra Alessandro Vitelli e Angela De Rossi ed ultimato nell’assetto definitivo, nell’anno 1545. In occasione delle nozze venne probabilmente realizzato anche il giardino, completato dalle mura di recinzione e dal portale d’ingresso, che appunto risale alla prima metà del XVI° sec..
Il giardino di Palazzo Vitelli alla Cannoniera era famoso nell’Europa del Cinquecento per la presenza di piante rare ed esotiche, tanto da dare all’intero complesso l’appellativo di ‘Palazzo del Giardino’. Dai documenti sappiamo che qui erano “seminati erbaggi, spalliere di cotogne melograni et rose, luogo di delitia et degno di detto [Alessandro]”. Tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento venne realizzato il giardino all’italiana nell’assetto geometrico attuale, dove le siepi di bosso disegnano aiuole dalle forme geometriche e regolari, scandendo lo spazio. La struttura architettonica del complesso è rappresentata con precisione nella veduta riportata nel “Libro di piante di poderi, palazzi, botteghe e altro dell’illustrissima casa Vitelli” di Alessandro Nave del 1699, conservato presso la Biblioteca comunale tifernate. Dalla “Veduta del Palazzo Vitelli alla Cannoniera dalla parte del giardino”, si evince che l’ingresso al Palazzo dal giardino era costituito da un portone di legno incorniciato da un bugnato cinquecentesco in pietra arenaria. L’ingresso, leggermente sopraelevato rispetto al piano stradale, era collegato ad esso per mezzo di una rampa circolare “a conchiglia”.
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