Silvano Landi candidato alle elezioni regionali Umbria per Noi Moderati Civici per l’Umbria
Silvano Landi candidato alle elezioni regionali Umbria. Pubblichiamo un’intervista realizzata da Noi Moderati Civici per l’Umbria
Cosa l’ha spinta a candidarsi per le elezioni regionali del 17 e 18 Novembre 2024?
Una delle piaghe della politica è sicuramente la burocrazia in eccesso, credo invece che aziende e famiglie abbiano bisogno di trovare istituzioni che le facilitino e non che aggiungano problemi a problemi. Ho un’idea di politica più vicina al cittadino e oggi credo di avere gli strumenti e l’esperienza per poter dare il mio contributo in questa direzione.
2 – Crede che la Presidente uscente Tesei abbia ben lavorato per la nostra Regione? Cosa migliorerebbe?
La Giunta Tesei ha sicuramente lavorato bene nonostante il periodo particolare che ha dovuto affrontare, ma indubbiamente ci sono ancora molti passi da fare soprattutto se si parla di sanità, complice anche un’eredità molto negativa che è arrivata dalla sinistra.
3 Da Presidente del Gal dell’Altotevere si è sempre impegnato per queste aree. Quali sono le sue proposte per valorizzare queste realtà?
La nostra regione gode di luoghi meravigliosi e la valorizzazione di molte realtà passa, a mio parere, per una promozione del turismo. Un turismo in grado di parlare al Mondo e richiamare visitatori italiani e stranieri. Quello che manca è coesione tra i territori, si deve puntare a creare sinergie per poter attuare percorsi enogastronomici e culturali.
4 – Lei è tra gli organizzatori della famosa Fiera del cavallo. Crede che l’Umbria abbia bisogno di incrementare iniziative come questa?
La mostra del cavallo di Città di Castello non è stata purtroppo compresa da molte amministrazioni locali. Personalmente al tempo della sua ideazione e organizzazione ho sempre pensato a una manifestazione che dovesse richiamare tanti cavalli e che proponesse un programma ricco di appuntamenti. Ora come ora invece la fiera si è molto ridotta e questo è un vero peccato perché sicuramente sarebbe un evento in grado di richiamare molte più persone e creare un indotto economico decisamente più importante.
5 – Perché gli elettori dovrebbero riporre la loro fiducia in Lei?
Penso che le esperienze maturate come libero professionista, costruttore edile e Presidente del Gal dell’Alto Tevere possano essere messe al servizio dell’Umbria e delle sue comunità in diversi settori e contribuire ad avvicinare le istituzioni a cittadini ed imprese trovando le soluzioni a problemi che spesso, chi non ha avuto esperienze nel settore privato, ha difficoltà a comprendere e affrontare.
6 – Se entrasse a far parte del nuovo Consiglio, quale sarebbe il suo primo obiettivo a favore della nostra regione?
Vorrei che nel contesto dei 92 comuni dell’Umbria si rivedesse la legge regionale sull’edilizia e si arrivasse ad adottare un regolamento edilizio condiviso nel rispetto delle esigenze di ciascun Comune, in quanto gli aspetti ambientali, architettonici, storici ed economici differiscono da luogo a luogo, ma quello che è uguale è l’impostazione che non può essere quella di limitare e vincolare qualsiasi possibilità di crescita e sviluppo come vorrebbe fare una parte della sinistra. La semplificazione delle pratiche è di assoluta importanza anche per i professionisti del settore, la parola d’ordine deve essere snellimento della burocrazia. In 58 anni di professione da geometra ho visto aumentare le richieste di documentazione del 100 per cento. Semplificare le pratiche sarebbe importante anche per i giovani che si affacciano al mondo del lavoro. Altro punto su cui avrei piacere di lavorare è lo sviluppo di un progetto turistico per l’Umbria come iniziai a fare ai tempi della mia presidenza all’interno del Gal: si dava la possibilità ai turisti di vedere tutta l’Umbria a volo d’uccello. Altri due punti per i quali mi batterei con forza sono sicuramente la sanità, diventata ormai qualcosa di insostenibile per le fasce deboli della popolazione, e i sostegni concreti alle aziende, che ad oggi vengono prelevate dalle grandi multinazionali con la conseguente dispersione delle eccellenze del territorio.
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