Denuncia per affissione abusiva di manifesti: richieste di spiegazioni da parte di Lignani Marchesani e Bacchetta
Denuncia per affissione abusiva – Il sindaco Luca Secondi ha promesso di fare chiarezza riguardo a un episodio che ha suscitato preoccupazione tra i membri del consiglio comunale e che ha coinvolto la Polizia Locale in una vicenda di affissione abusiva di manifesti elettorali. Le circostanze sono state portate all’attenzione dell’assise dal capogruppo di Castello Civica, Andrea Lignani Marchesani, e dal presidente del consiglio comunale, Luciano Bacchetta, i quali hanno raccontato di essere stati avvicinati da agenti della Polizia Locale nelle rispettive abitazioni, notificando l’apertura di un’indagine riguardante l’affissione di manifesti.
Il sindaco ha risposto alle dichiarazioni dei consiglieri in un intervento durante l’ultima seduta del consiglio, affermando che “quando l’azione dell’amministrazione comunale non appaia esercitata nel modo più consono, è nostro dovere verificare l’accaduto nel rispetto delle persone coinvolte e a tutela della piena trasparenza dell’operato dell’ente”. Secondi ha sottolineato che la vicenda non ha avuto una “regia politica” e ha espresso dispiacere per l’incidente, considerandolo un “esercizio non congruo, non corretto e non giusto” dei compiti di un organismo comunale. “Chiederò conto a chi di dovere per comprendere circostanze e motivazioni”, ha concluso il primo cittadino.
Lignani Marchesani e Bacchetta: una vicenda grave
L’accaduto è stato descritto come “estremamente grave” dai protagonisti dell’incidente. Andrea Lignani Marchesani ha spiegato che, nella mattina di martedì 27 novembre 2024, due agenti della Polizia Locale si sono presentati a casa sua per notificargli l’indagine riguardante l’affissione abusiva di manifesti elettorali. Secondo il consigliere, l’approccio degli agenti è stato considerato irrituale e invasivo: “Mi sono stati chiesti documenti di riconoscimento come se non fossi conosciuto, e sono stato sottoposto a un interrogatorio”. Lignani Marchesani ha dichiarato di ritenere che non fosse giustificato il coinvolgimento della Polizia Locale in una faccenda che avrebbe dovuto riguardare solo l’autorità competente in materia di sanzioni amministrative, poiché l’affissione abusiva di manifesti non costituisce reato penale.
“Trovo irrituale che si metta in atto un’azione di questo tipo”, ha aggiunto Lignani Marchesani, criticando l’uso di risorse pubbliche per una questione che definisce amministrativa. Il consigliere ha anche chiesto una lettera di scuse formale, chiarendo che se tale richiesta non fosse stata esaudita, avrebbe dovuto tutelare la sua immagine tramite altre vie legali. “Questo comportamento è sbagliato e assolutamente irrituale”, ha dichiarato con fermezza.
La reazione di Bacchetta
Anche Luciano Bacchetta, presidente del consiglio comunale, ha ritenuto l’incidente grave, pur lodando la professionalità dell’agente che lo ha incontrato. Bacchetta ha raccontato che, mentre si trovava lontano da casa, sua figlia aveva ricevuto la visita di un agente della Polizia Locale, che l’ha informata di un’indagine nei suoi confronti per affissione abusiva di manifesti. Nonostante la cordialità dell’agente, Bacchetta ha espresso forte preoccupazione per il trattamento ricevuto, paragonando la situazione a un “reato grave” quando si trattava semplicemente di una sanzione amministrativa. Il presidente del consiglio ha spiegato che, se la violazione fosse stata legata all’affissione di manifesti, avrebbe dovuto essere indirizzata al suo mandatario, non a lui direttamente.
Bacchetta ha sottolineato l’irregolarità della situazione, suggerendo che il trattamento ricevuto fosse un abuso di potere e ha chiesto spiegazioni al comandante della Polizia Locale. “Se si tratta di un’amministrativa, non si può trattare come un reato penale”, ha ribadito Bacchetta, evidenziando la necessità di un’azione basata su buon senso, discrezione e misura.
Indagini interne all’amministrazione comunale
In risposta alle accuse mosse dai consiglieri, il sindaco Luca Secondi ha garantito che farà chiarezza sulla vicenda, confermando che quanto avvenuto non riflette un’azione politica, ma un errore gestito da un’organizzazione comunale. “E’ stato commesso un errore pesante, lesivo della dignità delle persone”, ha commentato Lignani Marchesani a margine dell’intervento di Bacchetta, ribadendo che la situazione avrebbe richiesto maggiore attenzione da parte dell’amministrazione comunale. Secondi ha assicurato che quando riceverà le spiegazioni necessarie, le condividerà con i diretti interessati.
Il sindaco ha inoltre sottolineato che non si è trattato di un errore politico ma di una gestione della vicenda da parte della dirigenza, alla quale verranno richiesti chiarimenti. “Non si può minimizzare quanto accaduto”, ha aggiunto, spiegando che l’amministrazione comunale vuole tutelare la trasparenza e la correttezza del proprio operato.
L’inchiesta: un errore da chiarire
Il caso ha suscitato non solo interrogativi sull’operato della Polizia Locale, ma anche un ampio dibattito sulla gestione delle violazioni amministrative. L’affissione abusiva di manifesti elettorali è stata oggetto di una denuncia, ma la modalità con cui l’indagine è stata condotta ha suscitato l’indignazione di Lignani Marchesani e Bacchetta, che hanno sollevato questioni sul rispetto della privacy e sulla discrezione nell’utilizzo delle risorse pubbliche. Entrambi i consiglieri hanno chiesto di far luce sull’incidente e di accertarsi che la procedura seguita sia stata appropriata.
Al momento, l’inchiesta resta aperta e il comune di Città di Castello sta cercando di ricostruire la dinamica degli eventi per determinare se siano state commesse irregolarità da parte della Polizia Locale. L’amministrazione si è impegnata a non minimizzare l’episodio, ritenendo che si tratti di una questione che merita attenzione per garantire il rispetto dei diritti dei cittadini e la corretta gestione delle indagini.
Il caso dell’affissione abusiva solleva dunque interrogativi sul modo in cui le autorità locali gestiscono le violazioni amministrative e sul confine tra una sanzione amministrativa e un trattamento che potrebbe sembrare un procedimento penale. Il sindaco e gli altri esponenti del consiglio comunale hanno chiesto che venga fatta chiarezza sull’episodio per tutelare la dignità delle persone coinvolte e per evitare che episodi simili si ripetano in futuro.
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